Se non io, chi? Se non ora, quando?”

Emma Watson. I più la ricorderanno per avere interpretato Hermione Granger nella saga di Harry Potter, film tratto dal best seller mondiale in sette libri scritto da JK Rowling.

Oggi però, parliamo di questa giovane attrice per altri meriti, in particolare per il suo ruolo di attivista per le Nazioni Unite; é stata infatti scelta da UN Women da un paio d’anni ormai come “ Goodwill Ambassador”, Ambasciatrice di Buona Volontà.

Non accade così spesso che una donna giovane e di così grande successo come l’attrice inglese, che oltre alla sua carriera vanta anche una laurea in Letteratura alla Brown University, si preoccupi di dare un concreto contributo e di usare la propria immagine per una nobile causa.
In questo caso, come lei non ha mai nascosto, anche la vicinanza e la costante presenza della sua famiglia e i valori che le sono stati trasmessi fin dall’infanzia hanno contribuito a far crescere una giovane donna brillante, che con grande umiltà dà il suo contributo alla Società, diventando un’icona per le donne in tutto il mondo, impegnandosi in prima persona nonostante abbia ricevuto, purtroppo, anche minacce e insulti.

Ecco le parole di Emma Watson:

“I miei genitori non mi hanno voluto meno bene perché sono nata femmina; la mia scuola non mi ha limitata perché ero una ragazza; i miei maestri non hanno pensato che sarei andata meno lontano nella vita perché un giorno avrei potuto avere un figlio.
Queste persone erano i miei ambasciatori della parità tra i sessi e mi hanno resa la persona che sono oggi. Forse non ne sono consapevoli, ma sono dei femministi involontari che stanno cambiando il mondo. Abbiamo bisogno di più persone come loro. E se ancora odiate la parole, sappiate che non é la parola ad essere importante ma l’idea e l’ambizione che quella parola rappresenta.”

Questo discorso mi ha portata ad una riflessione: Noi siamo quello che viviamo, diventiamo parte della realtà che ci circonda.
Se attorno a noi abbiamo persone capaci di credere in noi, capaci di vedere il nostro potenziale, avremo più possibilità di sviluppare il nostro “Io”, diventando quello che vogliamo diventare, realizzandoci nella vita personale e professionale, essendo, giorno dopo giorno, chi meritiamo di essere; così i nostri sforzi e sacrifici quotidiani verranno giustamente premiati.
Per questo motivo ogni donna dovrebbe avere il diritto di manifestare le proprie capacità al meglio, potendo sviluppare il proprio potenziale e vivere la propria vita in piena libertà, pretendendo rispetto dagli altri ma soprattutto da sé stessa.

Per Emma Watson, e per questa campagna in genere, é fondamentale anche inviare un messaggio preciso alle ragazze più giovani, impegnandosi fortemente anche sul fronte dell’istruzione per le ragazze del Bangladesh, aiutando a costruire nelle adolescenti la fiducia in se stesse, il che é sicuramente difficile nei paesi sottosviluppati, ma anche, purtroppo nel nostro.
Tuttavia, questa campagna, di risonanza mondiale, non ha a cuore solo le donne, o solo quello che gli uomini possono fare per esse, perché é con HeForShe che gli uomini diventano protagonisti, accanto alle donne ovviamente.

Nel suo discorso, la Watson afferma di essere una femminista, ma spiega anche il significato che lei attribuisce a questa parola: femminismo non é assolutamente inteso come “predominio” del genere femminile su quello maschile, ma anzi mostra proprio la volontà di ottenere la parità, l’uguaglianza dei diritti ma anche dei doveri, e chiede che siano proprio gli uomini a collaborare e a fare qualcosa di concreto perché ciò realmente avvenga, anche e soprattutto nel loro interesse; uomini ma anche ragazzi, famosi e non.
Ricordiamo, tra le figure maschili che hanno aderito con entusiasmo ad HeForShe: Barack Obama, Matt Damon, Shinze Abe, capi di stato e di Governo. Anche Malala Yousafzai , attivista pakistana nonché premio Nobel per la Pace, conosciuta per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione; la giovane ragazza é stata anche intervistata da Emma Watson.
Per quanto riguarda l’Italia invece, hanno aderito ad HeForShe personaggi del calibro di Pietro Grasso, Presidente del Senato, che ne ha anche parlato durante una Seduta, il presidente del Coni Giovanni Malago’ e per non lasciare scontenti gli amanti del calcio, Giovanni Trapattoni.

Anche per gli uomini é un giovamento, poiché gli stereotipi e i pregiudizi avvelenano la società, con un costo umano e sociale notevole.
Costretti dalla società e sembrare forti a tutti i costi, sempre e comunque, chiusi in un guscio, in un’apparente spirale di forza e virilità che non gli permette di tirare fuori le proprie debolezze e fragilità per affrontarle e superarle al meglio, essendo ritenuto “il sesso forte” e quindi caricandosi di ogni responsabilità.

Allora siamo portati a chiederci, cosa si può fare in concreto? Cosa può fare ciascuno di noi per cambiare le cose?
Non c’é alcun bisogno di gesti eclatanti, ognuno di noi può fare qualcosa contro la discriminazione di genere nella vita di tutti giorni, con il proprio lavoro, cambiando il proprio modo di vedere le donne e di rivolgersi a loro. Sia su Facebook che su Twitter si può con facilità accedere alle iniziative promosse da HeForShe, e rimanere aggiornati su tutto.

La visione radicata della donna, come oggetto sessuale, ormai quasi in maniera involontaria, per esempio, non é altro che un trascinarsi di pregiudizi che non fanno che oscurare lo sviluppo delle società in genere.
Impariamo a vedere le persone non per il sesso a cui appartengono, ma per quello che realmente sono.

Purtroppo, le diseguaglianze avvengono ogni giorno, a partire dal problema delle retribuzioni che variano spesso moltissimo, a parità di lavoro, sempre a discapito delle donne. E senza neanche accorgersene, vengono condizionati comportamenti e scelte, ormai da troppo tempo insite nella società, portando le donne a dover scegliere tra carriera e famiglia, o a giustificare la diversità di retribuzione; ricordiamo anche che spesso le donne, per scelte personali ma anche per necessità, sono costrette a portare avanti un doppio lavoro, a volte senza l’aiuto di nessuno.
Ovviamente rispetto al passato, un passato ancora recente in cui era impensabile per una donna ricoprire ruoli importanti, ad esempio anche a livello istituzionale, un grande passo é stato fatto; ma non é ancora abbastanza.

In Italia, nonostante il video del discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite sia stato trasmesso, ottenendo un record di visualizzazioni sul canale YouTube, non ha ancora registrato il successo sperato che ha invece raggiunto in altri Paesi.
Emma Watson mette a disposizione di tutti la propria esperienza personale, i suoi ricordi, reputandosi sicuramente fortunata, privilegiata, ma invogliando ciascuno di noi a fare qualcosa di concreto.
E a differenza delle classiche campagne in difesa dei diritti delle donne, qui si mette al centro la figura maschile: “Lui per lei..”;
perché anche gli uomini vanno liberati dagli stereotipi, di cui loro stessi sono vittime inconsapevoli: anche agli uomini questa campagna vuole dare un grande aiuto.

“Se non io, chi? Se non ora, quando? Quando l’opportunità si presenta.”
Questa é la risposta della giovane attrice. E noi la ringraziamo per continuare a dare il suo contributo, le sue potenzialità e la sua immagine in difesa dei diritti delle donne di tutto il mondo, ma anche di quelli degli uomini, a cui rivolge una sentita richiesta di aiuto e di quotidiana collaborazione.