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Per questa riflessione, parto da un celebre aforisma : Le persone vengono nella tua vita per una ragione, per una stagione o per tutta la vita.

 

Noi non conosciamo il motivo per cui questo accade, ma siamo sicuramente in grado di percepire quando una relazione affettiva diventa per noi nociva – togliendoci delle energie anziché donarcele – ed é questo il momento giusto per chiudere e andare avanti, facendo tesoro della lezione che abbiamo imparato.

Un vero amico é colui che é in grado di starci vicino soprattutto nel momento del bisogno, qualcuno con cui possiamo aprirci in tutta serenità, qualcuno di cui non temiamo il giudizio, perché sappiamo che il suo affetto verso noi é libero ed incondizionato.  E soprattutto, quando “l’amico” non gioisce della nostra felicità, questo é un campanello d’allarme che va assolutamente ascoltato – e l’unica soluzione é l’allontanamento.

Purtroppo, nello stesso modo in cui l’amore finisce, questo può accadere anche con le amicizie. 

Ma quando é il caso di mettere la parola “fine” ad un’amicizia? Un rapporto che magari dura sin dall’infanzia? O che é nato da poco tempo ma sembrava invincibile? 

Rispondere a simili quesiti non é cosa semplice. La vita ci regala momenti positivi e momenti più difficili, ma ci sono alcuni casi in cui é necessario mettere un punto ad una situazione o ad un legame per difendere la nostra serenità ed il nostro benessere psico-fisico.  Premettendo che –  la mia idea di amicizia contempla la critica, ovvero – chi ci vuol bene non per forza deve sempre concordare in tutto con noi, o adularci, o dirci che siamo perfetti ed immuni da errori , al contrario , spesso chi ci vuol bene deve aiutarci ad aprire gli occhi, a vederci per ciò che siamo, anche al costo di metterci di fronte ad i nostri limiti, ma ci da una spinta per aiutarci a superarli. Ma tutto fino ad un certo punto e nel pieno rispetto della sensibilità altrui.

Ma fino a che punto é corretto comportarsi in questo modo con un amico? Qual’è il labile  confine che non andrebbe mai oltrepassato? La risposta é dentro di noi. Credo che ciascuno sia in grado di comprendere quando un’amicizia é arrivata al capolinea, anche se a volte lo neghiamo a noi stessi, perché la sola idea ci fa male – e quella sottile linea una volta oltrepassata purtroppo rende quasi impossibile ritornare indietro. 

Chi ti critica in tutto, chi si erge a paladino della verità, chi ti trasmette un senso di disagio, opprimendoci, chi vuol toglierti il sorriso, fingendo di farlo per il tuo bene,  sicuramente non é più tuo amico. E non c’é cosa più sbagliata dell’aggrapparsi ad un ricordo ormai sbiadito, al ricordo di gesti affettuosi compiuti dall’altra parte, perché ormai quel tempo é un tempo passato, che non va rinnegato sicuramente, ma non può più essere trascinato avanti nel tempo.

Perché chi tiene a te non può volerti rendere più triste, più ansioso. Chi ti vuol bene deve cercare sempre il lato positivo in te, e tentare di aiutarti a tirarlo fuori; accettandoti con i tuoi pregi ma soprattutto con i tuoi difetti, che sono quelle caratteristiche che ci rendono unici ed irripetibili. Il tutto senza paragonarti ad altri.

 Non cerca di modificare il tuo carattere, non ti fa sentire fuori luogo e a disagio se non hai sostenuto tutti gli esami all’università o se il tuo lavoro non é così interessante o ben retribuito. L’ironia é una cosa, e per ciò che penso lo trovo un dono, ma il sarcasmo no, quello ha una connotazione prettamente negativa e denota una notevole cattiveria.

Il sarcasmo sottile finalizzato a ferirci non può e non deve provenire da chi é più vicino a noi , se ciò accade e noi lo accettiamo, dobbiamo chiedercene il perché. La vita é un viaggio meraviglioso, costellato da varie tappe, da strade impetuose, perché dobbiamo permettere a qualcuno di renderci infelici? O di soffrire la nostra felicità? Perché dobbiamo trascorrere il nostro tempo prezioso con chi non ci vuole veramente?

La nostra felicità ovviamente dovrebbe dipendere solo da noi stessi, non da ciò che gli altri pensano di noi. Spesso chi non si ama abbastanza ed é un pò insicuro, cerca conferme negli altri, anche in maniera inconscia, e questo ci porta inevitabilmente a dipendere dal giudizio di chi ci sta accanto. Ma chi ti ama se ne accorge e ti aiuta a superare questo limite, ricordandoti ogni giorno la bella persona che sei, consigliandoti magari, dicendoti che non é compito suo giudicarti, che nessuno può farlo.      

Quando arriva il momento di dire basta? Quando iniziamo a percepire un nodo al petto al suono delle parole altrui, quando d’un tratto la sola idea di confidare un nostro fallimento ci fa provare vergogna; o qualcosa di normalissimo che abbiamo fatto, ma che prevediamo già sarà mal visto dall’altra parte, o stravolto nelle intenzioni, quando la critica fine a sé stessa é sempre dietro l’angolo, quando é  “l’amico” a insegnarci come dobbiamo comportarci, a suggerirci che il nostro nuovo hobby é una perdita di tempo, infruttuosa, o pretende di sapere ogni nostro movimento, ogni nostra nuova amicizia. Questa non é vero affetto. Questa é manipolazione. E chi vuole manipolarci non ci ama. Chi tiene a te non conta sulle dita di una mano le volte in cui hai accettato un invito e quelle in cui lo hai rifiutato, non ci fa sentire in colpa se ci é venuta l’influenza in un momento sbagliato e abbiamo posticipato un incontro con lui/lei. 

Quando in amicizia qualcuno ci chiede di scendere a patti, a compromessi, allora quello é il momento in cui quella relazione si sta trasformando qualcos’altro. Qualcosa di nocivo per il nostro benessere. Ed é quello il momento in cui bisogna imparare a pronunciare una parola, una parola che ha lo scopo principale di salvaguardare noi stessi, e quella parola é “addio”.