
Era trascorso parecchio tempo, ma non riuscivo ad aprire quel libro. Quel frammento della mia vita che avrei desiderato rimuovere stava tutto lì dentro, immerso in quelle pagine bianche.
I colori, come i ricordi, erano vividi, intensi, la luce fortissima, c’era troppa fantasia nell’aria.
Ho in mente quella finestra sul mare, dalla quale spostando la stoffa azzurro evanescente abbiamo osservato l’ultimo tramonto insieme.
Decisi che era ancora presto, lo strinsi un altro pò, assaporando la possibilità di sentirti ancora, e godendo di quella forza inattesa che mi esortava a resistere.
Temevo di risentire il profumo di quel mattino, la fragrante consistenza dell’erba bagnata, l’odore di quel piatto di pasta che mi avevi cucinato, quel basilico che avevi messo in cima, per renderlo perfetto.
Temevo che aprendo quelle pagine ne sarebbe venuto fuori un suono, il suono delle tue risate, quando mi prendevi in giro scherzando e poi volevi fare la pace, ed era quella la parte migliore di te.
Vorrei riviverti lì, seduto su quel tavolino in un mattino d’estate, in quel terrazzo che dava sulla piazza, quando ho soffiato apposta sulla tua iris e ti sei riempito di zucchero a velo, e anche quella volta ti ho fatto ridere. Ci avevo preso gusto, ci divertivamo moltissimo insieme.
Vorrei riaverti davanti a me, i tuoi occhi scuri che attraversano i miei, quando le parole erano superflue, quando, pur avendole bene in mente, non riuscivo a porti le giuste domande.
Vorrei tornare a provare quel piacevole timore che riuscissi a leggermi dentro, quando distoglievo lo sguardo appena in tempo.
Vorrei percepire ancora il suono del vento in quel pomeriggio di primavera, quando mi hai presa per mano e con lo sguardo serio mi hai portata in quel posto nascosto, attraverso quel sentiero roccioso, ad ascoltare il suono delle onde.
Seduta sulle tue gambe, mentre passavo le dita tra i tuoi capelli soffici e profumati, provavo a raccontarti me e tu ne eri curioso, volevi conoscere tutto, sentirmi, scoprirmi.
Tuttavia, c’era qualcosa che ancora non riuscivo a confidarti. Mi sembravi un dono per il male che avevo ingiustamente ricevuto. Ma forse era solo un mio pensiero.