Città deserta

Foto di Florent B. (Pexels)

 

Cosa c’è di più malinconico di una città deserta?

Quando il caldo é afoso e la luce brucia, la gente si allontana dalle città. Ma questo non vale per chi lavora e per le persone che non possono permettersi una vacanza. Ed allora le città roventi diventano una gabbia dalla quale sembra impossibile venire fuori.

Cosa si può fare in una città che si é svuotata?

Anche se sembra improbabile, si può fare amicizia. Il bisogno di instaurare rapporti con il prossimo porta ad aprirsi più in fretta, fa lo stesso effetto dell’acqua ossigenata su una ferita, all’inizio brucia un pò, ma poi calma l’animo, consola. Le ferite aperte hanno una duplice natura: fanno male, ma lasciano aperto al mondo uno spiraglio – speranza, fiducia – una spalla su cui appoggiarsi in un momento di difficoltà. Iscriversi ad un centro ricreativo, portarsi un libro in spiaggia, andare al cinema ( anche da soli si può!), vedere una mostra – sfruttando meravigliosi itinerari che vengono proposti anche d’estate – sono tutti modi efficaci per conoscere nuove persone accomunate dai nostri stessi interessi.

 

Fare volontariato

Fare volontariato aiuta. Il mondo é pieno di anziani soli, chiusi nelle case di riposo e regalare un sorriso ci gratifica e ci porta a ridimensionare i nostri problemi. Gesti che per noi sono piccoli e non hanno un grande impatto nella nostra vita, ma che possono essere di vitale importanza per qualcun altro. Infatti, dedicarsi agli altri in maniera disinteressata fa bene, ci trasmette una carica di positività ed una notevole dose di energia.  Anche la cultura avvicina, usiamo internet per leggere di più, per informarci su ciò che accade nel mondo, per scoprire iniziative stimolanti della nostra città. Basta aprire gli occhi.

 

Anche i poeti si sentono soli

Tuttavia, proprio nella solitudine i poeti trovano la chiave per la loro felicità e la spinta che li porta ad essere creativi. La solitudine ha in sé un grande vantaggio – ci costringe a guardarci dentro, ad imparare a conoscere noi stessi – a litigare ma anche a far pace con il nostro animo. Solo chi ha imparato a stare da solo ed é in pace con sé stesso riuscirà a star bene con gli altri, perché sarà non un bisogno bensì una cosa in più, qualcosa che potremmo fare benissimo da soli, ma in due é meglio. La necessità di ricreare rapporti genuini in un periodo in cui ci troviamo in una città vuota é un dramma difficile da affrontare, soprattutto per le classi più deboli, per gli anziani e per i giovani senza lavoro, perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno con cui rapportarci.

 

Saper ascoltare gli altri

Riaccendiamo la capacità, insita in noi, di saper ascoltare. Un gesto educato ha la capacità di trasmettere fiducia, ma può salvare anche noi, può avere il potere di riaccendere la miccia della nostra fantasia. Impariamo a dosare bisogno di indipendenza e di solitudine con la voglia innata di socialità; infatti per essere di buon umore ed in salute bisogna imparare a dosare i due aspetti. E non c’é luogo migliore di una città estiva, nel vuoto sordo della solitudine, per ritrovare la via giusta da intraprendere. La cultura avvicina, usiamo internet per leggere di più, per informarci su ciò che accade nel mondo, soprattutto d’estate. Basta uscire di casa ed aprire gli occhi.

 

Il lato positivo 

In estate il silenzio ci dà modo di godere delle bellezze della nostra città. Svegliarsi la mattina con un itinerario da seguire, avendo molto più tempo, con le scuole chiuse, ci sono meno distrazioni e non c’é più la necessità di correre da un punto all’altro – in una lotta frenetica contro il tempo – possiamo finalmente riscoprire la nostra città. 

Ci fa percepire ciò che di solito ignoriamo, senza smog, sembra respirare aria pulita, riprende fiato, nell’immobilità che sembra avvolgere i luoghi, anche noi possiamo fermarci e respirare a pieni polmoni. Tutto ciò si apprezza di più la notte, quando finalmente riusciremo a vedere le stelle, che, con i cieli senza nubi sono più visibili. Adesso, mettiamoci sul terrazzo e godiamo dell’infinito che si apre davanti al nostro sguardo.